È un periodo in cui la quotidianità è difficile e sempre più pesante: c’è
la crisi e la disaffezione ai valori, sentiamo continuamente critiche e
polemiche. Spesso non riusciamo più ad essere sereni.
E ci poniamo sempre più spesso la stessa domanda: come uscire da questo
periodo di stallo economico, morale e sociale?
Certamente non facendoci prendere dalla demoralizzazione e dalla sfiducia.
Indipendentemente da quanto potrà essere prodotto dal “sistema”, crediamo sia
necessario che ciascuno di noi si senta coinvolto a dare il proprio meglio per
la società in cui vive e opera, per la propria città e quindi, in ultima
battuta, per sé stesso.
Occorrerebbe sentirci come “chiamati alle armi”: sarebbe bello che tutti i
saronnesi si sentissero puntati da un dito, come quello dello Zio Sam dei
manifesti stelle e strisce. Un dito che pero’ non chiama alla guerra, ma solo
all’impegno a partecipare e fare. E che aspetta una sola risposta da ciascuno
di noi: “io ci sono”.
Saronno ha un grande passato, ha la possibilità di un grande futuro, ma al
momento il presente è solo un grande punto interrogativo, dove regna una grande
confusione e dove, ce ne rendiamo bene conto ascoltando gli umori delle
persone, è davvero difficile decidere di mettersi in gioco.
Allora partiamo dalle certezze: da noi, dai valori che ciascuno porta
dentro di sé, dalla nostra buona volontà di impegnarci, di dare qualcosa di noi
stessi, in termini di idee o di impegno, per il bene della nostra città.
Vorremmo davvero promuovere la “rinascita” di Saronno ma sappiamo anche,
perchè la conosciamo e ci conosciamo, che è molto più facile a dirsi, molto
meno a farsi.
In questi ultimi anni è diventata una città fatta da tanti piccoli
orticelli, un tempo sapientemente coltivati, ma oggi diventati pressoché sterili.
Una città senza una guida, senza un progetto comune, potenzialmente di grande
importanza strategica, ma oggi più che mai svuotata di energie e in balia degli
eventi; una città che sta progressivamente perdendo le caratteristiche di
attrattività comprensoriale che hanno costituito la sua fortuna nella storia, una
città diventata totalmente inconcludente, che non è stata in grado di
integrarsi con i comuni limitrofi per progetti di ampio respiro, troppo
occupata a rivendicare quell’importanza che al momento non ha più.
Nonostante tutto ciò noi continuiamo
a credere che ci sia ancora la possibilità che Saronno possa cambiare e tornare
ad assumere il ruolo di baricentro del nostro territorio. Vogliamo cambiarla promuovendo
l’economia e la possibilità di posti di lavoro, dando nuova vitalità alle
attività commerciali oggi ridotte per lo più all’agonia, creando un parco
commerciale non a parole, ma impostato sulla rivisitazione concreta degli spazi
del centro, su un programma di parcheggi efficiente, su una serie di eventi che
sappiano costituire animazione continuativa, ridando nuova vita a eventi
culturali di importanza territoriale, affiancando e collaborando concretamente
con le tante associazioni presenti in città per facilitare la proposta di nuove
iniziative, recuperando il concetto del lecito e del giusto perché nella città
si stabilisca una stabile serena e pacifica convivenza, aiutando la diffusione
della disponibilità alla solidarietà nella convinzione che non possiamo vivere
bene se accanto a noi c’è chi bene non vive.
E tutto ciò non vuole essere un
sogno, ma un traguardo che crediamo assolutamente possibile, pur con la consapevolezza che amministrare una città
oggi sia impresa difficile.
L’appello che ci sentiamo di
rivolgere ai saronnesi è quello di guardare al futuro con la fiducia che,
attraverso l’impegno, la disponibilità,
la generosità, l’operosità di tutti, riusciremo a superare questo difficile
momento per tornare a vivere in una città davvero accogliente.
E chissà che un giorno, passando
davanti alla Ciocchina, invece del dito dello Zio Sam che ci punta, potremo
trovare la sua mano che ci ringrazia.