In queste poche righe vorremmo
parlare di un argomento tanto importante quanto poco sconosciuto, l’UNIONE DEI
COMUNI: si configura come un ENTE TERRITORIALE che persegue gli interessi
pubblici propri di tutti i Comuni aderenti.
Fino ad oggi in
Lombardia non ci si è mai spinti verso questo tipo di realtà amministrativa
locale se non per comuni di piccole dimensioni.
La finalità principale
è quella di permettere di creare delle ECONOMIE DI SCALA nel dimensionare e
organizzare i servizi. Così facendo i Comuni, pur mantenendo ognuno la propria identità,
possono accorpare la gestione di alcuni servizi al fine di RIDURRE LE SPESE fisse di gestione e possibilmente
anche le spese di funzionamento a parità della qualità dei servizi stessi.
Per attivare il
sistema occorre innanzitutto la VOLONTÀ
da parte dei Comuni di un territorio di VALORIZZARE il senso del locale,
aderendo quindi ad un progetto volto ad aggregare per raggiungere scopi di
reciproca utilità.
Accertata questa
volontà comincia il percorso interlocutorio finalizzato a esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni trasferendo alle
Unioni funzioni e servizi.
Questo trasferimento
presuppone che la funzione o il servizio vengano sottratti alla titolarità
diretta del Comune, rientrando nella titolarità dell'Unione dei Comuni.
Questo passaggio esprime
una prima differenza sostanziale rispetto alle semplici convenzione di gestione
dei servizi, dove il comune capofila semplicemente esercita la funzione
assegnata dagli altri Comuni che rimangono però loro stessi titolari del
servizio.
L'Unione così costituita
dovrà poi operare su una base organizzativa che verrà concordata tra i Comuni
partecipanti.
Non bisogna però
immaginare questo nuovo Ente come qualcosa che crea ulteriore burocrazia o
dispendi di denaro per ulteriore personale: assolutamente no. I Comuni che
hanno potuto sperimentare questa opportunità hanno avuto un significativo
snellimento delle procedure burocratiche e un sicuro ritorno economico.
Peraltro anche la dirigenza
politica di queste Unioni, al fine di non creare ulteriori
"carrozzoni" deve essere affidata a un insieme di amministratori
locali facenti parte dei Consigli comunali dei vari comuni.
Perché allora non tentare
di attuare concretamente questo progetto nell’ambito Saronnese?
Abbiamo esempi validi,
come quelli dei comuni della Bassa Romagna, che già dal 2000, prima come
associazione e poi come Unione, stanno percorrendo questa strada con risultati ottimi, sia in termini economici
che di qualità di servizi.
Come? Sicuramente non
come ha fatto recentemente l’amministrazione del comune di Saronno al momento
della scelta del passaggio alla provincia Metropolitana di Milano,
presentandosi al tavolo di discussione con i comuni limitrofi in maniera impositiva
e non propositiva, imponendo ai comuni della cintura saronnese una decisione
irrevocabile, quasi stesse per scendere in guerra con tutti!
La verità è che scelte
importanti come queste vanno ponderate, valutate e decise al di là del colore
politico,
avendo come obiettivo
primario il benessere dei cittadini e di chi usufruisce dei servizi, la
lungimiranza nell’organizzare un territorio e uno sviluppo coerente di tutto
ciò che ci circonda.
Una scelta di questo
tipo, anche se solo di portata limitata, almeno per ora, è stata avviata
da due comuni a noi vicini, Uboldo e
Gerenzano, dove i due sindaci, Guzzetti
e Campi, hanno deciso di attivare un
protocollo di gestione condivisa della Polizia Locale: un piccolo passo verso
una politica vicina al cittadino, parsimoniosa e coerente con il periodo di
ristrettezze economiche che ci impone lo Stato.
Solo il tempo potrà
dare ragione, come noi crediamo, al loro
tentativo di collaborazione.
Senz’altro questo tema
dovrà dovrà essere affrontato con la massima considerazione dalla prossima
amministrazione. Chi attualmente ci governa ha già purtroppo ampiamente espresso, nei modi
e nei fatti, qual è il proprio punto di vista.
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